Vuoi viaggiare per cambiare vita? Qual è stata l’esperienza che ti ha portato a questa consapevolezza?
Considerate le esperienze che hanno forgiato la mia vita, e l’educazione ricevuta, non avrei mai pensato che avrei voluto viaggiare per cambiare vita. Questo scatto rappresenta uno dei giorni più felici della mia esistenza, e determinate consapevolezze, direi che non sono stato io a trovarle ma sono state loro a trovare il modo di raggiungermi. Basti pensare che la Sardegna non era la meta scelta per quel viaggio, no; mi ci ritrovai per via dello scoppio della pandemia. Le mie intenzioni volavano verso l’Indonesia. Ma, come spiego nel mio libro, perché l’ho constatato sulla mia pelle, nulla accade per caso.
Era il lontano luglio del 2021 e, anche se quest’immagine mi ritrae sul dorso di un cavallo, all’epoca ero inconsapevole che camminare era di gran lunga più genuino per mente e corpo. Oggi infatti tra le attività che più amo c’è senza dubbio la camminata, e chissà se non è da questo amore che poi sono nati i numerosi autostop fatti il giro per il Sud-est asiatico.
Quel viaggio in Sardegna a ogni modo, mi cambiò la vita. Mi godevo ogni momento: il sole, il mare, il cielo, persino il terreno che calpestavo. Ero presente a me stesso e connesso col Tutto. Avevo smesso di chiedermi che ore fossero e in che giorno della settimana mi trovassi. Non pensavo più da dove venissi né chi fossi. Ero tutt’uno con l’ambiente circostante. Da queste esperienze primordiali nacque la voglia di voler vivere così, a cuor leggero più a lungo possibile.
Assorbivo come una spugna ogni attimo e vibrazione che mi invadevano anima e cuore. Come se fossi un diavolo santo. Il buon umore, i tuffi e i pranzi in condivisione, le risate fino a perdere quasi il fiato, e tanto altro che racconto nel mio libro. Tutto era perfetto. Il gruppo era ben assortito e abbastanza affiatato e nei tragitti ci divertivamo un po’ a correre con le auto prese a noleggio: BMW MSport.
Come non poter correre con quelle navicelle da strada? Prova a dire a un bambino di stare buono in un negozio di giocattoli. Impossibile, almeno che non gli soffochi la sua voglia di esplorare il mondo inducendolo all’inizio della distruzione della sua Vera Natura.
Il divertimento ci conquistava in ogni momento. Prendemmo anche una multa, che interpretai come il costo del biglietto per il divertimento, e di fare quel ca**o che ci pareva. Uscimmo dai binari lo ammetto, ma d’altronde come poter biasimare qualcuno che passa l’esistenza a vivere sugli stessi binari per tutta la vita.
La sera ci si godeva le sfumature del tramonto nel cielo leggero, mentre la musica incalzava col volume e penetrava dolcemente nello spirito. Balli di gruppo, piedi sulla sabbia e il sole che scandiva la fine di un altro giorno spettacolare. Ricordo ancora la magia di quei momenti. Sono immagini che ti porti dietro per tutta la vita, perché me l’hanno cambiata! Sono quei classici momenti che sanno di nostalgia, sana nostalgia. Dico sana, perché furono anche quelli il motore propulsore per il mio cambiamento.
Il Buddhismo storcerebbe un po’ il naso davanti ai concetti di nostalgia e si farebbe anche una graziosa risatina, visto che crede nel qui e ora, (cosa che sto imparando a fare anch’io). Ma penso che se quelle proiezioni mentali possano portare aria nuova e fresca nella nostra vita, allora ben venga, usiamola quella nostalgia! La nostalgia non è altro che una forma di sofferenza e, sempre secondo il buddhismo, è proprio da qui che c’è una rinascita.
Certi momenti, storie ed esperienze, inconsapevolmente ci riprogrammano la vita e piantano in noi il seme della ribellione, la voglia di cambiamento e di coronare qualche sogno nuovo o vecchio.
A quel punto siamo davanti a due strade, un bivio polveroso, dove la Madre Terra emana il suo respiro, c’è vento, tu lo senti, ma sei bloccato. Cosa faccio? Strada principale o secondaria? Una che sale o che scende? Terzani direbbe di prendere quella che sale. Dopo un anno di viaggio, a furia di prendere strade secondarie ogni volta che mi si presenta l’occasione, ti suggerirei di prendere la strada secondaria di quel bivio. Ogni volta che la percorro la vita mi regala nuove esperienze, incontri speciali capaci di cambiarti la vita e i piani, trovi le tue risposte, la strada da fare per un po’ dentro di te. Ho cambiato la mia vita lasciando la via principale. Oggi, e ripeto oggi, domani non si sa, scrivo articoli completamente da remoto per una compagnia di viaggi, e questo mi permette di restare in movimento.
Quando ci iniziamo a porre certe domande, di lì in avanti i cambiamenti diventano vitali per il nostro benessere psicofisico.
Siamo giunti ai titoli di coda di questo articolo, spero che abbia trovato un appiglio a cui ispirarti. La vita può essere un viaggio meraviglioso e inizia davanti a quel bivio!
Ti abbraccio forte, Alessandro di Pensiero Vagabondo.

Dalla crisi esistenziale alla libertà: ho rotto le catene della mia “gabbia” e ho scelto di seguire i miei sogni. Ora, scrivo articoli mentre viaggio il mondo. Non arrenderti mai alle difficoltà, sii il protagonista della tua vita! Prima di cercare qualcosa fuori, controlliamo di non averla dimenticata dentro.