Nella nostra vita per stare bene, felici e in allineamento con noi stessi dobbiamo trattenere l’utile e avere il coraggio di lasciar andare l’inutile. Il nostro stomaco entra in contatto con il mondo esterno accogliendo al suo interno i cibi. Così facendo accoglie dentro sé pezzi di realtà che può accogliere e digerire, accogliere meno digerendoli più faticosamente o ripudiandoli completamente portandoci alla nausea, crampi o all’espulsione. Allo stesso modo possiamo comprendere come incidono le emozioni sul nostro stomaco, e come queste dipendono da ciò che ci circonda ogni giorno.
Nella vita di ogni giorno e in base allo stile di vita che viviamo, ci sono situazioni che più o meno accettiamo, altre che amiamo ed odiamo con l’unica differenza che difficilmente riusciamo ad espellere quest’ultime. Ed ecco che lo stomaco inizia a risentirne.
Basta pensare ad un lavoro che odiamo e che ci logora giorno dopo giorno, a una relazione che non ci rende felici e alla quale non riusciamo a porre una fine, o un percorso di studi che vogliamo cambiare perché non ci appassiona.
Lo stomaco quindi non è solo la centrale di smistamento dei cibi, ma si fa carico della qualità dello stile di vita che viviamo.
L’importanza delle relazioni e del lavoro allineato con la nostra Vera Natura
Se le nostre relazioni sono buone difficilmente lo stomaco presenterà sintomi, al contrario se le nostre relazioni non sono positive per la nostra crescita o c’è qualcosa che proprio non accettiamo lo stomaco inizierà a risentirne.
Quando siamo a contatto con una o più persone, o alle prese con un lavoro che non ci piace, lo stomaco funge da valido alleato quando la parte razionale di noi non riesce ancora a vedere, o ignora facendoci illudendere di poter resistere ad oltranza.
Io sono un esempio. Come racconto nel mio libro, per sei anni ho resistito a un lavoro per il quale non ho avuto mai la passione e che mi stava rovinando la vita piano piano. Man mano che aspiravo energie negative da quel lavoro il mio corpo si ammalava.
Era un ambiente in cui, oltre a subire il carattere dei miei superiori, dovevo sopportare una macchina che funzionava malissimo e dalla quale si pretendeva comunque un determinato risultato in termini di produzione.
Iniziai a soffrire fino a cadere in depressione, poi cure farmacologiche e assistenza psichiatrica. Il medico mi spiegò che era il risultato di tutte le suggestioni emotive non sfogate per sei anni di fila oltre a tutti i bastoni messi tra le ruote dalla vita per non farmi avere le promozioni e le minacce di licenziamento per tenermi buono. La classica politica della paura adoperata in milioni di contesti che compongono la nostra società.
Risultato scontato: mente fusa.
Uno spiraglio di riflessione, introspezione e consapevolezza
Adesso sei tu e lo schermo. Mettiti comodo e prenditi un po’ di minuti per te.
C’è una situazione quotidiana sul lavoro, nelle amicizie, nella coppia o in famiglia nella quale ti trovi male e a cui ti sottoponi ugualmente?
Riesci a dire di no quando vuoi dirlo o mandi giù tutto facendo lo stesso ciò che non vuoi fare?
Lo stile di vita che conduci fa per te o senti di vivere una vita che non ti appartiene e senti di meritare di più? Ti senti al posto giusto?
Ecco rifletti su questi aspetti oggi…
La cura non deve essere canalizzata solo all’eliminazione del sintomo, ma sulla pulizia generale di primavera dell’intera nostra esistenza. È molto importante gestire i sentimenti che caratterizzano la nostra vita e fare attenzione a quali ci sottoponiamo, perché molto spesso si entra nel buco nero della .
L’elemento indispensabile per innescare la pulizia è una sana ribellione a tutto ciò che ci sta stretto, ci logora e ci spegne l’entusiasmo giorno dopo giorno: lavoro, relazioni, studi e tanto altro.
Come spiego nel mio libro, se ti ribelli puoi innescare tutti quei cambiamenti che ti condurranno a stare meglio con te stesso, a concretizzare i tuoi sogni e a vivere uno stile di vita consono ai tuoi valori, al tuo modo di essere.
L’importanza di liberarci dalle zavorre
Le zavorre rallentano il nostro percorso e la nostra rinascita. Ci prosciugano quelle energie e la creatività che possiamo indirizzare in qualcosa che ci piace davvero. Per ripartire necessitiamo di leggerezza, quindi scrolliamoci di dosso quelle croci per procedere leggeri.
Come racconto nel mio libro, ci hanno insegnato che portare le croci sia da persone forti, che è normale, che tutti hanno le loro, e che se ce ne liberiamo saremo giudicati deboli, irresponsabili. Lascia che ti dica che la vera debolezza è rimanere lì dove siamo, incastrati e con la testa sotto la sabbia, a subire a oltranza una situazione che ci appesantisce la vita senza fare nulla per cambiare.
Ecco a te una nuova chiave di lettura: forti sono coloro che si levano “la croce” che non vogliono portare per mettersene una fatta della stessa sostanza delle proprie passioni. Insomma qualcosa che la nostra Anima non ripudia.
Confucio disse: “lavora alle tue passioni e non lavorerai nemmeno un giorno della tua vita.” Penso che racchiuda al meglio il concetto che io ho voluto esprimere con l’esempio popolare delle croci.
Quella sì che vale la pena portare, pensaci oggi.
Alessandro di

Dalla crisi esistenziale alla libertà: ho rotto le catene della mia “gabbia” e ho scelto di seguire i miei sogni. Ora, scrivo articoli mentre viaggio il mondo. Non arrenderti mai alle difficoltà, sii il protagonista della tua vita! Prima di cercare qualcosa fuori, controlliamo di non averla dimenticata dentro.