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Ecco perché si diventa ribelli: Esplorando le radici e le ragioni del comportamento

Alla scoperta delle motivazioni dietro la ribellione: risanare gli strati della società ormai deleteriperché si diventa ribelli

Perché si diventa ribelli? Per la necessità primordiale di ricercare la nostra Vera Natura. Prima di continuare a scrivere, lasciatemi subito specificare cosa intende Pensiero Vagabondo per ribellione, che non è certo armata; ma si basa sulla non violenza e l’agire pacifico.

Come spiego nel mio libro: “Ribellione a tutto ciò che ci sta stretto, ci logora, e ci spegne l’entusiasmo giorno dopo giorno. Un lavoro che odiamo, una relazione che non ci rende più felici, o un percorso di studi che vorremmo cambiare. In definitiva una ribellione a uno stile di vita che non ci rende sereni.”

L’elemento indispensabile per il cambiamento è una sana ribellione a un sistema che ci logora. Se inneschiamo tutti i cambiamenti necessari per cambiare la nostra situazione, potremmo realizzare i nostri sogni, piccoli desideri; un lavoro migliore, ad esempio.

Questa è una piccola formula di sopravvivenza e per aspirare a uno stile di vita migliore. Quello che in realtà bisognerebbe fare è risanare tutto quanto il sistema lavorativo, (e non sarebbe l’unico) e a questo che in realtà dovemmo ribellarci davvero; e per fare ciò serve unione e collaborazione.

I grandi ideali che spingono le persone verso la ribellione, rappresentano una forza vitale che rompe i confini imposti dalla società. I ribelli, nonostante vengano spesso visti come disturbi all’ordine generale, sono in realtà gli agenti del cambiamento che impediscono l’inerzia del mondo.

Attraverso il coraggio di abbandonare le strade già tracciate e andare al di là del conformismo, i ribelli aprono le porte al rinnovamento e all’evoluzione della nostra società. Per loro, i limiti imposti dalla società rappresentano una violazione del diritto fondamentale all’unicità e alla libertà. In questa prospettiva, la ribellione diventa una necessità irrinunciabile, alimentata dalla visione di un mondo migliore, in cui la diversità è apprezzata e i confini sono superati.

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I ribelli hanno un dono, eppure non vengono visti di buon occhio

Molti si chiedono perché si diventa ribelli, anche se persone così sono frequentemente considerate idealiste, visionarie, e persino pazze; solo perché i ribelli si oppongono alla mentalità comune. Tuttavia, il loro ruolo nella società è estremamente significativo, poiché impediscono alla società stessa di stagnare e di fossilizzarsi in una posizione che inevitabilmente porterebbe a un’atrofia intellettuale e ostacolerebbe il progresso dello spirito, del potenziale umano e della psiche.

Non sto esagerando: immagina un lavoratore che esce di casa alle otto del mattino, lavora in fabbrica 8 ore a ritmi serrati, poi torna a casa cotto. Considera che parte da casa un’ora prima dell’inizio del lavoro, e torna a casa un ora dopo dalla fine del turno. Quell’operario avrà speso già dieci ore della sua giornata. Magari tornato a casa inizia il secondo turno di “lavoro”: moglie, figli, commissioni ordinarie e tanto altro. Dove lo troverà mai il tempo di alimentare la sua psiche? O il suo fisico? Stessa utopia per lo spirito! Tranne, ovvio, per le due settimane (se si è fortunati) di libertà all’anno. L’esempio, s’intende, vale anche per le donne. Ecco, un ribelle ad esempio potrebbe diventare quel qualcuno che cambi le cose nel settore del lavoro, ad esempio.

Tuttavia i ribelli non vengono visti di buon occhio non solo su scala globale, ma anche nell’ambito personale e familiare; dove i ribelli spesso affrontano ostacoli e sono emarginati.

E’ un dovere dei ribelli ribellarsi contro l’ingiustizia e l’oppressione, non con violenza, ma con la forza della verità e della nonviolenza. La ribellione pacifica è un atto di coraggio che può ispirare il cambiamento e trasformare la società. – Mahatma Gandhi

Si è sempre “fatto così”, non significa che per te sia giusto così: sostanziale differenza a cui quasi nessuno pensaperché si diventa ribelli

Sul perché si diventa ribelli, è dato anche dal fatto che ci si rende conto che pur avendo seguito la tacita legge “del così si fa”, si arriva a metà della vita con una bella tonnellata di insoddisfazione e mancata realizzazione personale; senza un vero e proprio equilibrio. Ci guardiamo allo specchio che il tempo è passato inesorabile, ma noi non sappiamo chi siamo.

Il semplice fatto che qualcosa sia stato fatto “da sempre” non implica che sia la scelta corretta.

Abbiamo il diritto e la responsabilità di mettere in discussione ciò che ci viene imposto e inculcato, di tracciare i nostri confini e affermare la nostra singolarità.

Possediamo il diritto di resistere a ciò che riteniamo ingiusto, di elevare la nostra voce di dissenso. Può evocare timore? Indubbiamente, ma i ribelli sono qui per insegnarci come trovare il coraggio essenziale per farlo.

La ribellione, pacifica, s’intende, nasce da un profondo disagio che alcuni individui avvertono in modo intenso, a differenza della maggioranza delle persone alle quali sembra essere insensibile, pur vivendo una vita che non le rende felici.

L’illusoria felicità, ai limiti della rassegnazione

Perché si diventa ribelli? La motivazione è perché dopo essere stati e aver compreso il sistema, ci si rende conto di un’incapacità nell’accettarlo così com’è. Le persone che si sono adattate a scambiare la propria felicità, realizzazione e autenticità con una vita apparentemente comoda e sicura, cercano di difendere il fragile equilibrio che hanno creato, anche a costo di lottare contro coloro che mettono in discussione il sistema che vuole uniformare la diversità umana, i diversi talenti, in una massa senza voce.

Di conseguenza, la ribellione è spesso vista in modo negativo poiché la disobbedienza alle norme predefinite, che hanno perso il loro significato reale, porta a cambiamenti drastici che sono considerati dolorosi da coloro che si sono già rassegnati.Letture consigliate

Perché si diventa ribelli? Per cautelare la propria dignità

La ribellione può essere vista come una difesa della nostra dignità come esseri umani. Quando ci ribelliamo, ci opponiamo alle ingiustizie, alle limitazioni e alle oppressioni che minacciano la nostra dignità e il nostro diritto di esistere pienamente. La ribellione ci consente di esprimere la nostra individualità, di mettere in discussione le norme e i sistemi che ci trattano ingiustamente, di lottare per un mondo più equo, libero e rispettoso dei diritti umani, e in ultimo per non anestetizzarci la coscienza fino a diventare robot.

Spesso, siamo condizionati da schemi educativi che confondono la sottomissione con il rispetto. Attraverso la ribellione, affermiamo il nostro valore e la nostra dignità come esseri umani. Noi ci rifiutiamo di essere ridotti a meri spettatori o vittime di situazioni ingiuste.

La libertà non viene data volontariamente dall’oppressore; deve essere richiesta con forza dall’oppresso.- Martin Luther King Jr.

La voce dei ribelli, che osano andare controcorrente e denunciare ciò che considerano sbagliato o ingiusto, è spesso accompagnata da rischi. Possono essere incompresi, isolati e denigrati, poiché la maggioranza delle persone teme il cambiamento e tende ad emarginare i ribelli senza ascoltarli né accogliere il significativo del messaggio che intendono diffondere.

Nonostante ciò, il contributo dei ribelli è di vitale importanza per la salute di un sistema. Senza un organismo che riconosca le proprie debolezze, il sistema sarebbe destinato a deteriorarsi nel tempo. Ecco perché coloro che hanno il coraggio di agire in modo diverso, seminando piccoli atti di ribellione nella vita di tutti i giorni, attraverso scelte consapevoli di consumo, lavoro ed etica, sono così preziosi per la società. Sono loro che consentono alla società di evolversi e di non cadere nell’inerzia.

Conclusioni

In un mondo che spesso premia la conformità, dobbiamo riconoscere perché si diventa ribelli, e il motivo della loro lotta per la giustizia, l’equità e la libertà. La loro voce critica ci sfida a guardare oltre gli stereotipi e ad andare Oltre. Nonostante gli ostacoli e il giudizio, i ribelli continuano a ispirare il cambiamento e a difendere la dignità umana. Per loro tornare indietro è impossibile perché loro “hanno visto”.

Se vuoi approfondire il tema, e iniziare per lo meno a vedere ciò che vedono i ribelli, ti consiglio la lettura del libro: “Lo Zen e l’arte della ribellione”. Un libro che ispira ad abbandonare le catene della programmazione inconscia e a scoprire la propria libertà interiore. Una storia avvincente che mescola filosofia, psicologia e narrazione, per ritrovare se stessi e “lottare” contro le norme imposte dalla società.

Se desideri esplorare ulteriori riflessioni su questi temi, e tanti altri, ti invito a visitare la pagina Instagram di Pensiero Vagabondo. Lì troverai altre prospettive stimolanti e riflessioni profonde sulla ribellione, la dignità e la ricerca di un mondo migliore. Insieme, possiamo nutrire il coraggio di ribellarci e trasformare le nostre società in luoghi più inclusivi, giusti ed empatici.

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