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Cosa fare a Chiang Mai: racconto di viaggio dal Wat Phra That Suthep

Mi chiesi cosa fare a Chiang Mai e decisi di diventare “topo da laboratorio” e scienziato di me stesso

Viaggiavo a Nord della Thailandia, e mi chiesi cosa fare a Chiang Mai. Venni a conoscenza di un tempio all’interno del quale si poteva trascorrere un periodo assieme a monaci buddhisti, il Wat Phra That Suthep. Mi chiesi cosa si potesse fare in quel tempio; feci un po’ di ricerche e lessi che ci si poteva raccogliere in se stessi e meditare.

Ritenni che la cosa potesse essermi utile, ma soprattutto ero curioso di scoprire cosa ne avrei ricavato; specie dopo tutte le idee che ormai avevo maturato da tempo, sin da quando ho aperto gli occhi della consapevolezza e ho “visto”.

Come spiego nel mio libro, decisi così di farmi topo da laboratorio e scienziato di me stesso in un solo momento, e scoprire cosa avrei estrapolato dal mio cuore.

E così che inizia questo racconto di viaggio che mi auguro apra anche gli occhi della tua consapevolezza, li rafforzi, per poter innescare tutti quei provvedimenti necessari a non subire, o per lo meno a cautelarti, da un sistema basato solo sulla produzione, sul lavoro senza amore e rispetto per i dipendenti, un sistema che rompe la sacralità del tempo da dedicare anche a se stessi.

Il racconto: la quotidianità all’interno del tempio buddhistacosa fare a chiang mai

All’interno del tempio non era concesso parlare, scrivere, leggere, ascoltare musica e, ovviamente, usare lo Smart Phone. Questo per ridurre le nostre distrazioni allo zero e connetterci con noi stessi.

Alle 5.00 del mattino suonava la sveglia, perché alle 5.30 dovevamo essere tutti seduti su dei cuscini, a gambe incrociate, per ascoltare il discorso del monaco buddista. Si mangiava solo due volte al giorno e vegetariano, alle 7.00 per colazione e alle 11 per pranzo. Alle 18 altro discorso del monaco buddhista, mia guida nel periodo passato al monastero, e alle 21 luci spente e tutti nanna.

La meditazione ricopriva tutti i buchi vuoti, e facendo un calcolo si meditava per ben 10 ore al giorno. Ho avuto tanto tempo per riflettere, e infatti ti sto per spiegare tutte le consapevolezze maturate in quel posto tra le nuvole, letteralmente.

Col fatto che si mangiava solo due volte al giorno, leggero e vegetariano, verso il pomeriggio mi veniva voglia di mangiare. Ma poiché eravamo a 1000 metri sul livello del mare, non c’era cibo nei paraggi; almeno che non infrangevo le regole e rendevo vano l’esperimento. Dunque non mi restò che ascoltare la mia fame.

Ascoltandola, per ore, ho potuto comprenderla, e ciò che ho scoperto e stato pazzesco! Quella voglia che chiamavo fame, non era legata all’avere fame, ma solo al bisogno di piacere che avrei ottenuto masticando del cibo. Solo piacere! Infatti gli altri giorni, dopo le 11, non cercavo più cibo e non sentivo nessun altro tipo di bisogno.

Osservazioni pensando al mondo che mi circondacosa fare a chiang mai

Quanto ai desideri legati al cibo, al contrario di quanto già detto, mi resi conto che quando sono a contatto con il mondo ho sempre bisogno di qualcosa, perché là fuori i rumori sono tanti, le distrazioni non finiscono mai; e tutto ciò contamina la nostra mente e ci fa diventare essere bisognosi.

Ma tutti questi rumori sono solo inganni, perché grazie al tempo trascorso nel monastero, ho potuto capire che abbiamo bisogno davvero di poco per essere sereni, e che la società in cui viviamo è una macchina perfetta per farci avere la sensazione che ci manca sempre qualcosa.

La verità che noi essere umani abbiamo bisogno davvero di poco per stare bene, e quel poco, che poi è tanto, lo troviamo “Inside”, ovvero dentro di noi.

“Mi viene da sorridere quando in occidente la gente si riempie il carrello, poi torna a casa e si gode solo una, massimo due cose di quello che ha comprato, oppure non ha tempo. Se lo porta a lavoro, e se lo mangia anche con la fretta, o con la foga, perché pensa già a riattaccare, al capo che nel momento prima ci ha fatti incazzare, o non vedere l’ora di lasciare il posto di lavoro perché esausti. Senza parlare di quelli che non staccano mai per 8 ore di fila e che mangiano in piedi, se mangiano, magari lavorando allo stesso tempo”. – parole di un monaco buddhista.

Ma quando scenderemo tutti da questa giostra?

Al tempio, non avevo necessità di nulla e ho potuto riflettere anche sui nostri desideri.

Ho capito che quello che realmente cerchiamo di soddisfare non sono bisogni, ma mancanze, sensi di vuoto, smarrimento, ansie, preoccupazioni, apatie, frustrazioni, stanchezza mentale; tutte sensazioni prodotte dallo stile di vita che viviamo.

Molte persone sfogano questi stati d’animo comprando cellulari, scarpe nuove, vestiti. Ci diamo al consumismo. Poi, purtroppo, ci sono altre tante persone che trovano sollievo nell’alcool, nella droga, e poi li giudichiamo anche, inconsapevoli che questa società causa anche questo; altri addirittura, decidono di ammazzarsi, perché si sentono affogati dall’aria che butta nella loro vita.

Consapevolezze sul cibo, l’atto del mangiare e il turbinio di pensieri

Nel tempo trascorso all’interno del tempio, ho potuto capire che mangiare anche due volte al giorno, leggero e vegetariano era più che sufficiente. Ma nella società moderna anche mangiare è diventata una regola da rispettare a tutti i costi e ad orari ben precisi.

A volte si mangia anche se non abbiamo fame, e specialmente le donne di casa corrono in preda all’ansia per preparare il pranzo o la cena, solo perché è arrivata l’ora. Ma dove sta scritto che ci devono essere degli orari anche per mangiare? Avete fame quando arriva l’ora o è anch’essa diventata un’abitudine?

Nella società moderna in cui viviamo, moltissime persone, la maggior parte delle volte, mangiano non tanto perché ne sentono il bisogno, ma perché da quel cibo ne traggono piacere, solo per il gusto di masticarlo, sentirne la consistenza.

La cosa assurda è che quando stiamo mangiando un pasto, non ce lo godiamo nemmeno come dovremmo, ce lo ingozziamo, perché siamo accelerati dai mille pensieri che ci rimbalzano nella mente. Magari siamo anche davanti al cellulare a fare altro nello stesso tempo che mangiamo.

A proposito dei pensieri, mentre meditavo, erano tantissimi quelli che albergavano la mia mente.

Ma nella settimana passata nel tempio, assieme ai monaci buddhisti, ho potuto apprendere, grazie alla meditazione, nel silenzio di me stesso, col suono del mio respiro e della sola natura, che quando abbiamo quel turbinio impazzito di pensieri cerchiamo delle risposte dal mondo esterno.

Li mandiamo fuori, verso luoghi bui, molto spesso senza meta né direzione, e alla velocità della luce, passando da un pensiero all’altro. Pensiamo al passato, al futuro, ai desideri, alle speranze, alle aspettative e in cambio siamo più confusi di prima; ma mai che pensiamo al momento presente.Letture consigliate

I benefici della meditazione già dal primo momento

Con la pratica della meditazione, stando fermo per molto tempo, ho provato a dirigere quel turbinio di pensieri verso il cuore, me li facevo circolare nelle braccia, fin giù nella gambe con la mia immaginazione; e ho potuto vedere su me stesso che riuscivo a trasformare quei pensieri in energia per il corpo.

Perché se ci pensiamo, cosa sono i pensieri tra le tante cose? Sono energia negativa da pulire facendola circolare dentro di noi, perché tutte quelle risposte che cerchiamo dall’esterno dove dirigiamo quei pensieri non sono fuori, ma dentro di noi.

È tempo di risvegliarci anche su questo! Viviamo in un sonno ad occhi aperti che ci sta rubando la vita.

Sentirsi sempre stanchi e il bisogno di dormire per spegnere un po’ la mente

Al tempio, come detto all’inizio, la sveglia suonava alle 5, e non sentivo la stanchezza né il bisogno di dormire. Non ero stanco o stressato. E qui mi è arrivata un’altra, passami il termine, illuminazione.

Questo mi ha fatto comprendere che quella classica voglia di dormire che oggi colpisce moltissime persone, giovani specialmente, è dovuta alla stanchezza mentale, preoccupazioni, che derivano dai milioni di stimoli che riceviamo durante il giorno.

Questo rende la nostra mente poco malleabile, ed è anche per questo che quando cerchiamo di trovare delle risposte ai nostri pensieri non ne ricaviamo nulla di buono, perché la mente è troppo stressata, iper sollecitata.

Va in blocco!

Immagina un pezzo di plastilina.

Se la plastilina è dura sarà difficile darle una forma, vero? Al contrario, se lo stesso pezzo di plastilina è morbido sarà molto facile darle una forma. La nostra mente funziona allo stesso modo. Se abbiamo una mente rilassata potremmo avere tutte le risposte che cerchiamo, perché sono già dentro di noi; solo che non le vediamo perché la nostra mente è come quel pezzo di plastilina dura, poco malleabile. E questo è dovuto a quella macchina infernale che chiamiamo società.

L’importanza del momento presente: la riflessione sul qui e ora

Nel tempo passato nel monastero, ho potuto anche comprendere l’importanza del pensare al momento presente, al qui e ora. Un’altra pratica alla quale mi sono sottoposto era la meditazione camminata.

Immagina un gatto che sonda il territorio e appoggia con estrema lentezza le sue zampe al suolo. La meditazione camminata consisteva nel fare piccoli passetti, lentissimi e in 4 step. Nel momento in cui smettevo di pensare a quello che stavo facendo, perdevo l’equilibrio e compromettevo la qualità dell’esercizio.

Questo vale in ogni cosa a cui ci dedichiamo ogni giorno.

Se quando mangiamo, prepariamo del cibo, ci occupiamo delle nostre cose, sbrighiamo pratiche o facciamo uno zaino pensiamo già ad altro, non faremo con qualità quello che stiamo facendo ed è come perdere tempo.

Quando mangiamo, pensiamo a mangiare. Assaporiamo il cibo, tratteniamolo un po’ di più nella nostra bocca, ascoltiamo le sensazioni che ci dona, e riflettiamo sulle infinite interconnessioni che hanno reso possibile quel pasto. Mangiamo lentamente e senza far rumore con le posate, perché il rumore denota foga e velocità. Significa che non siamo lì a mangiare, ma altrove; chissà dove. Mangiamo per sentire e non solo per godere di piacere, solo per masticare.

Quando guidi, sei in treno o in bus per andare a lavoro, non pensare già al lavoro, ma goditi il viaggio, osserva la strada che scorre, il paesaggio intorno a te.

Quando facciamo la doccia, sentiamola quell’acqua che ci scorre sulla pelle e rilassiamoci. Facciamoci accarezzare dal suo scorrere, accarezziamoci.

Non pensiamo a mille cose alla volta, altrimenti i pensieri iniziano ad accavallarsi. Così smettiamo di vivere, la mente si appesantisce, la nostra anima si spegne e noi sprofondiamo.

Non faremo bene nessuna delle cose che stiamo facendo in questo modo.

Cerchiamo di essere presente nei qui e ora, che è un ottimo modo per vivere; ti alleggerisce la vita.

Per concludere, quando ti accorgi che la tua mente vaga, fermati un attimo, respira profondamente e porta quei pensieri al cuore e vedrai che ti sentirai meglio con te stesso e nel mondo che ti circonda. Da oggi inizia a farlo, fermati, respira e porta quei pensieri “Inside”, dentro di te. 🙏

Abbracciare il cambiamento e prendere il controllo della propria vita sono concetti importanti per il benessere e la realizzazione personale. Ognuno di noi ha il potere di modellare la propria esistenza e perseguire i propri sogni.

È fondamentale essere consapevoli delle influenze esterne e delle sovrastrutture che possono limitare la nostra libertà e autenticità. Se vuoi cercare ispirazione e motivazione, ti invito ad accedere alla mia pagina Instagram Pensiero Vagabondo; può essere un modo per alimentare la tua determinazione, innescare i cambiamenti di cui senti di averi bisogno e accendere la tua passione per la vita!

Per contattare il tempio e provare questa esperienza scrivi a questo indirizzo di posta: doisuthepinfo@gmail.com

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